giovedì 18 settembre 2014

Cinema e Moda

Anche quest'anno è arrivata la settimana della moda milanese. Come consuetudine, il traffico si triplicherà e personaggi dal gusto discutibile popoleranno le strade del centro, cercando di diffondere il verbo dello stile.
Approfitto di questa settimana, quindi, per parlare del legame sempre più indissolubile tra moda e cinema.
La cura dei costumi c'è sempre stata, basti pensare a Barry Lindon per citarne uno o agli stilisti che hanno creato appositamente abiti per un film, ma è negli anni '90 che questo rapporto comincia a cambiare. Sempre più attrici prendono il posto delle modelle sulle copertine di riviste come Vogue e Elle. Il concetto di Top Model dopo Naomi, Claudia, Linda, Carlà, Christine, Kate, ecc. viene così radicalmente ridimensionato.
Moda e cinema, cinema e moda. Le maison che chiamano registi affermati per le loro campagne e stilisti che prestano o creano appositamente costumi per un film.
Gucci, ad esempio, ha scelto Nicolas Winding Refn per lo spot con Blake Lively e David Lynch per quello con James Franco. Sofia Coppola, regista arcinota e icona di stile minimal, ha diretto alcune delle ultime campagne di Miss Dior Cherie con protagonista Natalie Portman. La sua attenzione e interesse per la moda traspare anche dai suoi film, con una scelta costumistica sempre molto ricercata, basti pensare ai bellissimi abiti di Milena Canonero per Marie Antoinette.
Lo stilista Tom Ford, non contento,  qualche anno fa si è dato anche al cinema, girando lui stesso A single man, film con Colin Firth e Julianne Moore, che non era poi così male e ovviamente era superstiloso.
Si potrebbe andare avanti all'infinito, ma ora mi voglio concentrare sui film e serie "fashion".

- Sex and the city: prendiamo in considerazione la serie, non quelle schifezze che hanno portato al cinema. Il telefilm targato HBO ha rotto svariati tabù e ha mostrato il mondo femminile in maniera diversa, spiegando chiaramente la passione di una donna per i vestiti. C'è poco da fare, nessuna di noi ne è immune. L'importanza che viene data agli outfit e agli accessori è tale che talvolta sono come dei co-protagonisti, tanto da essere messi al centro di alcune vicende, come la Kelly per Samantha e le Louboutin per Carrie. Le quattro eroine, tra gossip, sfilate e servizi giornalistici, mettono in mostra un guardaroba che farebbe invidia a chiunque e scommetto che tutte ci siamo chieste, almeno una volta, com'è possibile che Carrie, pur lamentandosi di essere sempre al verde, si possa permettere un appartamento a Manhattan e vestiti del genere. Dobbiamo chiamare Giacobbo?



- Una top model per caso: film dei primi 2000 con li allora lanciatissimi Monica Potter e Freddie Prinz Junior. La storia è banale, essendo una classica commedia romantica. Il punto di forza è che a far da cornice all'inevitabile love story tra i due protagonisti c'è il mondo della moda, rappresentato da modelle esilaranti e fuori di testa.




- Colazione da Tiffany: questo film è tutto stiloso, a partire dal titolo. Tiffany è la famosa gioielleria americana, che avrà incrementato le sue vendite in maniera spropositata dopo il romanzo e il film. Non credo che serva descrivere la storia, sfido a trovare qualcuno che non ne abbia mai sentito parlare. Molte scene e immagini sono entrate nell'immaginario collettivo, tant'è che vediamo il frame di Audrey Hephburn con la sigaretta praticamente ovunque. Non tutti sanno però che i vestiti indossati da Holly Golightly sono stati disegnati appositamente da Givenchy, maison oggi diretta dall'italiano Riccardo Tisci. Uno dei primi esempi di legame tra moda e cinema.




- American Gigolo: il film ha lanciato la carriera non solo di Richard Gere ma anche di un allora sconosciuto stilista italiano di nome Giorgio Armani. Tutto quello che indossa il protagonista è stato disegnato da Giorgio stesso, dagli abiti sartoriali fino alla lingerie. Con questo film introdusse un nuovo modo di creare completi, apportando una rivoluzione globale nella moda. Ci sarà un motivo per cui viene chiamato Re Giorgio... Moda a parte è da considerare l'ironia di come Richard Gere da gigolò qui sia diventato poi "cliente" in Pretty Woman.







- The September Issue: documentario che segue la preparazione per il numero più significativo dell'anno di Vogue, cioè quello di settembre, come si può capire dal titolo. Vediamo passo dopo passo come Anna Wintour, in giro per le sfilate di mezzo mondo, fondamentalmente stabilisce cosa andrà e cosa non andrà nella prossima stagione.





- Il Diavolo Veste Prada: parlando di Anna Wintour, pardon del diavolo... ecco un altro film di moda diventato ormai un cult. Chissà quante ragazze si sentono o si sono sentite come la povera Anne Hathaway. Non saper niente di moda pur lavorando nel mondo della moda. Il film è tratto da un libro scritto proprio da una poveraccia che ha fatto da assistente a Anna Wintour, per cui sarebbe lei il temibile diavolo in carne e ossa firmato Prada. Pare che lei non abbia molto gradito.




- I Love Shopping: quei libretti di Sophie Kinsella hanno spopolato tra la popolazione femminile e ovviamente quei volponi di Hollywood ne hanno approfittato per girare un film abbastanza insulso ma tuttosommato simpatico dal romanzo più famoso. Forse Isla Fisher ha contribuito a non renderlo una schifezza totale e qui interpreta una donna che soffre di shopping ossessivo-compulsivo e fatica a smettere. Le cose cambiano quando si mette a lavorare per una rivista di finanza dimostrando di non essere poi una così stupida.




- La rivincita delle bionde: non è un film prettamente sulla moda, ma ha un tratto stilistico ben chiaro: il rosa. Tutto per Elle Woods/Reese Witherspoon deve essere confettoso e sbarluccicoso, perchè il proprio aspetto non definisce quello che si è veramente. Lei lo dimostra chiaramente, come ti vesti non è il riflesso di quello che sei. D'altronde è proprio la sua conoscenza per la moda che le permette d'inchiodare l'assassino.




- Mean Girls: semplicemente il cult adolescenziale della mia generazione. Non c'è moda in questo film, anche se presenta un messaggio importante sull'apparenza. Tuttavia, come non dimenticarsi il dress code stabilito da Regina George e socie per ogni giorno della settimana. Cioè... come ci si può dimenticare che di mercoledì ci si veste di rosa?




- Ragazze a Beverly Hills: è la pellicola adolescenziale cult anni '90, un po' quello che Mean Girls è stata per la mia. Al centro del film c'è la crescita personale, una sorta di formazione e sicuramente non la moda, ma come dimenticarsi che la protagonista, Alicia Silverstone, prepara i suoi outfit da un database sul suo computer? Geniale. Non per niente, il film viene omaggiato da Iggy Azalea nel suo video "Fancy".



- Zoolander: può essere che me lo sia dimenticato? Vera parodia di tutto quello che concerne il pazzo mondo della moda. Il suo successo è dovuto fondamentalmente al passaparola, che è stato talmente efficace da farlo diventare un cult assoluto. Non c'è una scena che non faccia ridere e Ben Stiller e Owen Wilson nei panni dei modelli vuoti e inespressivi sono tanto improbabili quanto esilaranti.  Magnum e Orange Mocha Frapuccino vi dicono qualcosa?.

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